Thursday Dec 6, 2018

Carmelo Scarcella

Direttore Generale Agenzia di Tutela della Salute di Brescia

Ambiente e Tumori

Il Dott. Scarcella, epidemiologo, ci ha spiegato il ruolo di questa branca della medicina che studia e osserva i fenomeni per poi consentire la relativa azione.
Il dott. Scarcella ha accennato ad alcune questioni che in questi anni hanno toccato l’ambiente di Brescia e che spesso si sono accompagnate a polemiche e manifestazioni pubbliche.

La realtà bresciana parte da una situazione ambientale già compromessa dai danni arrecati in passato ad esempio dalle acciaierie delle valli circostanti. A ciò si aggiunge una zootecnia tra le più attive in Italia con relative difficoltà nello smaltimento delle deiezioni, il tutto in una zona dal traffico intensissimo.
Da qui l’importanza dell’ATS che, interpretando i dati raccolti e mettendoli in rapporto con il rischio salute, può fornire soluzioni agli enti preposti al fine di migliorare la salute dei cittadini.

Ha dato, quindi la parola al dott. Michele Magoni responsabile dell’U.O. di epidemiologia dell’ATS di Brescia.
Grazie all’aiuto di alcune slides, il dott. Magoni ha spiegato che l’inquinamento atmosferico in Italia è al nono posto nella graduatoria delle cause di “disabilità” intese come giorni di vita persi, subito dopo le abitudini di vita errate: fumo, obesità, vita sedentaria.

Ha poi dato i risultati di due casi bresciani.
Il c.d. caso “Caffaro” di cui ha illustrato la storia e l’evoluzione. Dal 2003 al 2013 i livelli di PCB nelle persone si sono dimezzati anche perché la produzione si è fermata nel 1984 e dal 2001 è fatto divieto di coltivazione nelle zone interessate dal fenomeno.
Tutti gli studi effettuati hanno escluso una correlazione con l’aumento della mortalità.

Di tutt’altro tenore, invece, i risultati dell’inquinamento atmosferico: ogni volta in cui si superano i limiti soglia delle polveri sottili, i c.d. PM10, aumenta la mortalità e il numero di accessi al Pronto Soccorso tanto che si calcola una perdita di 14 mesi di vita causata proprio dalla c.d. air pollution.

Il relatore ci ha poi messo in guardia dai caminetti spiegandoci che accendere un bel fuoco inquina più che un mezzo pesante!

Un po’ rammaricati da questa notizia e dal fatto che accendere un caminetto è vietato e comporta anche serie sanzioni, abbiamo a lungo applaudito l’interessantissima relazione.

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